Corporate Storytelling a regola d’arte: l’Annual Review di Carraro Group

Come il corporate storytelling fotografico può trasformare l’annual review di un’azienda. Il nostro progetto in collaborazione con Mattia Balsamini.
Un’azienda è fatta di persone – lo sappiamo – ma come possiamo trasmettere al meglio questo messaggio in un report annuale, dando giusta importanza brand e persone? È la domanda che ci siamo posti nel realizzare Fotogrammi di vita Carraro, il reportage fotografico, curato da Mattia Balsamini, che abbiamo scelto di inserire nell’Annual Review 2020 del Gruppo Carraro.
Un racconto sulle persone e gli spazi produttivi dell’azienda. Un lavoro davvero prezioso di corporate storytelling e ricerca artistica nei frammenti di quotidianità.
Ciò che rende particolare questo progetto di storytelling è il taglio comunicativo, pensato soprattutto per investitori e azionisti: l’Annual Review è un importante strumento di comunicazione per Carraro, un biglietto da visita ricco di informazioni su produttività, servizi e, soprattutto, valori.
E tra i valori promossi Carraro c’è proprio l’importanza di far sentire le collaboratrici e i collaboratori parte attiva di una realtà di successo. Così abbiamo proposto di raccontare la vita nei vari stabilimenti attraverso lo sguardo del fotografo Mattia Balsamini, prima con un calendario e poi con uno speciale dossier custodito nel documento di revisione annuale.


Gli scatti, fatti tra il 2019 e il 2020, immortalano il lavoro quotidiano e le diverse anime dall’azienda: i prodotti, gli ambienti, il processo produttivo e i suoi protagonisti. Una volta raccolte e selezionate le immagini, abbiamo curato l’editing e l’impaginazione, realizzando dei dittici con gli scatti sovrapposti o accoppiati.
Il risultato è un progetto di corporate storytelling con un taglio estremamente artistico e che abbraccia perfettamente lo stile Carraro, azienda che ha da sempre uno sguardo per l’arte e il bello, basti pensare alla Fondazione Chiara e Francesco Carraro.

«Il progetto per Carraro è stata l’occasione permettere alla prova il linguaggio fotografico a cui mi sento più vicino - un dialogo tra forme, tra colore e bianco e nero - che nella suo apparente contrasto creasse un dialogo tra spazi produttivi e le persone che li utilizzano. Cercando di bilanciare aspetti meccanici, tecnologici ed umani.»
Mattia Balsamini Fotografo




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